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Adozioni: JOY

  • Immagine del redattore: Christiane Horedt
    Christiane Horedt
  • 28 feb 2016
  • Tempo di lettura: 3 min

Ottobre 2015.

In realtà non ci sarebbe stato un momento più inopportuno per fare un adozione.

Ero continuamente in viaggio tra Roma Berlino e poi addirittura mi ci fermai per tutto il mese. I miei fantastici Border erano affidati a mia figlia e mio marito. La Chihuahua appena arrivata, 6 anni, proveniente da un allevamento, incapace persino di camminare al guinzaglio sembrava davvero destinata a non riuscire a integrarsi nella nostra famiglia.

Mi venne consegnata in braccio dall'allevatrice, che possiede uno dei piu importanti allevamenti per chihuahua, e anche uno dei piu umani, nel senso che presso di lei gli animali vengono trattati benissimo. Ma si sa che in un allevamento, per quanto nel pieno rispetto dei diritti e bisogni degli animali, non c'è mai il tempo per dedicarsi singolarmente a ogni esemplare ed educarlo a una probabile vita futura fuori da quella realtà. Parlo delle ' fattrici' che, raggiunta una certa età, vengono spesso date in adozione. Nel mio caso l'adozione era stata valutata attentamente, come sempre dovrebbe essere, anche se in altri allevamenti non è sempre cosi normale.

Unico neo, il cane non era abituato a fare nulla, era molto timido, incapace a camminare persino al guinzaglio.

Questa è la storia di Joy.

Dal momento in cui venne a stare con me dovette non solo abituarsi a camminare al guinzaglio, ma anche a prendere aerei, treni, camminare per diverse città con diversi climi, conoscere un sacco di nuove persone e, dulcis in fondo, imparare a fare i bisogni fuori casa.

Vi chiederete come ho fatto? Già, come ho fatto?

Come si fa ad insegnare ad un cane che si spaventa persino dei suoi passi a camminare accanto a te sul marciapiede in mezzo alla confusione metropolitana?

Beh, alcunipotrebbero dire: "facile, con un bel Wuerstel sventolato in faccia camminerà di sicuro..." oppure: "A ogni passo compiuto un biscotto..."

O ancora: "Le insegni il clicker training e a ogni passo click e biscotto..."

oppure: "... o nuoti o affondi....quindi nuota..."

Nulla di tutto ciò!

Per il clicker training non c'era tempo (ci sono volute tre settimane per farle accettare il rumore del click, senza terrorizzarla, e al guinzaglio doveva cominciare a camminare da subito o quasi.)

Il sventolarle il wurstel davanti avrebbe fatto su di lei lo stesso effetto di un arma impropria.

Per la teoria: un passo un biscotto, bisogna sapere che un cane terrorizzato non mangerà mai nemmeno se gli proponi appunto un wurstel intero...

Quindi?

Ho cercato di scoprire ciò che la infastidiva, ciò che le piaceva e cominciare a farle associare la mia persona a qualcosa di positivo. Quindi senza esitazione ho iniziato a non prenderla mai in braccio o solo quando strettamente necessario: lei detesta essere presa in braccio come d'altronde tutti i cani. Tutte le volte che si avvicinava a me, a casa o anche nel raggio di un solo metro, le davo qualcosa di molto buono da mangiare come piccolo premio. L'ho abituata quasi da subito al suo trasportino che nel giro di pochissimo tempo ha associato ad un posto sicuro e protetto dove potersi riposare e rifugiare. Contemporaneamente l'ho abitutata, come si fa con i cuccioli, a fare pipì fuori... missione non ancora completamente compiuta ;)

Essendo io quella che la premiava ed essendoci partita per molto tempo assieme, già dopo 3 giorni riuscivo a farle fare i primi timidi passi al guinzaglio. Avevo però bisogno di un "cane tutor" dato che vedevo che lei si rilassava molto di più quando stava in compagnia di altri cani. Mia sorella a Berlino ha uno splendido Collie molto socievole ed essendo ospite a casa sua ho capito ben presto che quella era la giusta opportunità. Uscivo quindi con il Collie Emma e la Chihuahua Joy. Tutto ciò mi ha aiutato enormemente.

Mi allontanavo, senza guardarla e con i piedi rivolti nella direzione opposta alla sua, lasciando il guinzaglio leggermente tirato cosicchè quando lei muoveva timidamente un passo verso di me, anche il piu piccolo, io interrompevo la leggera tensione del guinzaglio,in questo modo capiva cosa le stavo chiedendo. Dovevo rimanere immobile dato che si spaventava anche dei miei minimi movimenti. Questo cominciò a darle sicurezza e la induceva a seguirmi. La tensione era giusto la minima necessaria a farle comprendere cosa volessi da lei. Dopotutto avevo a che fare con un cane di 6 anni che non aveva mai camminato al guinzaglio in vita sua e che aveva vissuto solo tra il giardino e la casa dell'allevamento. Ho dovuto infonderle fiducia e indicarle la strada da seguire, nel vero senso della parola. Nel giro di tre giorni, sono riuscita a fare 10 metri al guinzaglio e nel giro di 10 giorni, 3 chilometri.

Oggi Joy, assieme a Peggy e Pepe, fa delle lunghe passeggiate. Ma c'è di più: le piace tantissimo!

Alla prossima puntata con Joy <3

 
 
 
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